Il 10 dicembre 2000 nascono gli Hit Dogs. Il contesto in cui ciò avviene merita una piccola divagazione.
In quel week end si teneva al Lingotto, nei padiglioni in cui ogni anno viene allestito Il Salone del Libro, una Fiera del Fitness a cui la Federazione Italiana Hit Ball partecipava con il mitico campo gonfiabile. Quel pomeriggio, tra i presenti, c’era un gruppo di amici, che si era ritrovato per stare insieme giocando al loro sport preferito: Enrico Rolando, Dario Dusio, Patrizia Cascino, Elisa Lomater e Alessio Ubaldi. Il discorso era immancabilmente finito sul fatto che sia Enrico sia Dario erano usciti dalla squadra in cui militavano fino al campionato precedente, i Virtus, e avevano l’idea di creare una squadra tutta loro fatta di amici con cui prima di tutto divertirsi, ma chi prendere? Poi guardandosi in faccia e contandosi realizzarono di essere già in 5, un’ottima base di partenza. Si apriva allora il secondo problema: quale nome dare a quel nuovo progetto? Tears? Troppo triste. Stars? Troppo ottimistico. In quel momento un carretto si avvicinava alle spalle del gruppetto emanando un profumo prelibato e appetitoso: erano hot dog. Una molla scatta in testa: Hit Ball + Hot Dog = Hit Dog. Poi visto che si è in 5 e ci sono regole grammaticali da rispettare ecco il nome finale: Hit Dogs. Piace subito a tutti e all’unanimità si decide che l’iscrizione al campionato è sicura. Chi gioca a questo sport sa bene che in 5 però non è consigliabile in quanto non ci sono cambi. Ecco che vengono quindi subito reclutati altri due giocatori: Giovanni Confalone e Luca Zanchetta.
La squadra è pronta e il 25 gennaio 2001 fa il suo esordio in campionato in serie B (la più bassa possibile). 6 le partite previste e 2 sole le vittorie conseguite quell’anno.
Il secondo anno, senza Zanchetta e con l’innesto anche se sporadico di Luca Caffarati, si apre subito con una vittoria che fa ben sperare. Infatti sulle 14 partite previste saranno 8 le vittorie, che però non basteranno a salire di categoria.
Terzo anno, nuovi cambiamenti tra i giocatori: persi Caffarati e Lomater entrano in squadra innesti importanti come Stefano Campice, Simone Mancini, Simone Tavera e Germana Tarasconi, mentre sono sempre presenti i 5 fondatori. Il numero elevato di giocatori e quindi di cambi non aiuta però a migliorare sostanzialmente la posizione in classifica: 13 partite, 8 vittorie.
Nel 2003/2004 Tarasconi e Campice abbandonano definitivamente l’hit ball dopo molti anni di gioco e lasciano il posto a Alberto Di Gioia e Paolo Marando. E finalmente il capitano Rolando e il suo vice Dusio possono coronare un loro piccolo sogno. E’ un campionato d’oro che porterà i nostri alla tanto agognata promozione in A2. Su 11 partite le vittorie sono 10, l’unica sconfitta è con i primi in classifica ed è di soli 2 punti, dopo 45 minuti giocati a massimi livelli con azioni mozzafiato da entrambe le parti e continui rovesciamenti di punteggio. La squadra festeggia tingendosi in blocco i capelli di arancione. Iniziano così i lunghi anni passati in A2.
Nel 2004/2005 Di Gioia decide di cambiare squadra e si rimane in 6: Enrico, Dario, Patrizia, Alessio, Paolo e Simone. Cambia leggermente il nome dal momento che c’è uno sponsor: il pub Eagle House. Una bella fatica abituarsi ad altri ritmi, ben diversi da quelli della B. Si gioca molto più veloce, ci va tecnica, ma anche moltissimo fiato, le partite sono molte di più e il girone conta andata e ritorno. 18 partite giocate e 7 vittorie, ma non si demorde. L’obiettivo stagionale è di conservare la promozione e onorarla e così è.
L’anno successivo il primo grande fondatore deve arrendersi alle bizze del suo ginocchio: Dusio da’ l’addio definitivo all’hit ball e viene promosso sul campo come vice capitano Ubaldi. Vengono “arruolati” Luca Lioce e Tina Speranza raggiungendo il numero ideale di 7 giocatori. Forse l’anno di massimo splendore. Alla fine gli orange risulteranno 4° per scontri diretti (3° a parimerito con gli storici Sunandmoon) senza raggiungere lo spareggio per entrare dalla finestra nella mitica serie A1. Con 233 e 221 hits segnati rispettivamente da Lioce e Rolando, i veri trascinatori della squadra, si arriva ad intravedere dallo spioncino il sogno, ma nelle ultime tre partite qualcosa si rompe e da ipotetici primi si chiude ad un soffio dal gradino più basso del podio che ai fini della promozione non serve a nulla.
L’idea diventa allora quella di riprovarci l’anno seguente: stessa squadra con il ritorno di Confalone tra i ranghi e l’arrivo di Paolo Dragone, mentre Marando decide di cambiare totalmente sport. Purtroppo non si raggiunge neanche da lontano la situazione del campionato precedente. Lioce supera nuovamente i 200 hits stagionali, ma non bastano per raggiungere la meta. Si chiude a metà classifica con 9 vittorie all’attivo.
Nel 2007/2008 iniziano gli anni bui: Lioce abbandona la squadra per raccogliere l’invito a giocare in A1; Speranza, dopo un anno passato fra mille tormenti portati dalla spalla mal messa mollerà l’hit ball a fine stagione; a gennaio capitan Rolando deve abbandonare definitivamente il gioco attivo, stroncato nel fisico e nell’animo dal gomito destro che non lo lascia più divertire come un tempo. Trasferisce la fascia di capitano ad Alessio Ubaldi che raccoglie l’ingombrante eredità e vice diventa Cascino. A poco servono gli innesti di Vecchiattini e Gesualdo (nelle ultime partite). 4 vittorie sono il magro bottino di quel campionato che inevitabilmente traghettano la squadra nuovamente verso la B1.
Il campionato 2008/2009 è all’insegna del “speriamo vada bene”. Entra in squadra Ivan Biletta, ma, seppur giungendo dalla A1, non riesce ad ambientarsi totalmente nel gioco degli Hit Dogs. Grandi hitter non ci sono più, per quanto Ubaldi e Confalone segnino rispettivamente 143 e 149 hits totali, in difesa le lacune aumentano man mano che si perde fiducia in se stessi e quella che sembrava solo una parentesi – la retrocessione in B1 – diventa la consapevolezza che ormai il livello non è più adeguato alla A2. Si chiude con 9 vittorie e un posto a centro classifica.
L’anno successivo la rinascita. Ogni giocatore prende strade diverse: Vecchiattini, Biletta e Dragone confluiscono nei nuovi Vikings, Ubaldi smette per curarsi la schiena, Confalone iscritto al campionato disputerà probabilmente poche partite in quanto trasferito di casa e di lavoro nel cuneese, Mancini smette a causa dei troppi impegni di lavoro e a qualche guaio fisico. Si decide allora di dare un nuovo corso alla squadra. Rolando riprende le redini della “sua” (e di Dusio) creazione trasformandola in Associazione Sportiva e dedicandocisi anima e corpo in qualità di Presidente e allenatore. Cascino, unica superstite, cerca di seguire le orme dei capitani precedenti prendendosi sulle spalle l’incombenza del ruolo e la vice presidenza dell’Associazione. Vengono “arruolati” giovani ragazzi che promettono di diventare ottimi giocatori con l’esperienza giusta. La speranza e l’obiettivo è da sempre lo stesso: vedere gli Hit Dogs iscritti nella lista dei partecipanti alla serie A1.